giovedì 20 maggio 2010

GIORGIO ALMIRANTE,il padre della Destra italiana, ventiduesimo anniversario...

(nella foto accanto a Giorgio Almirante : Donato Lamorte,Filippo Marchio,Tony Del Vecchio)

Ventidue anni fa' esattamente il 22 maggio 1988 si spegne Giorgio Almirante,il padre della Destra italiana e democratica.La sua morte segna la fine di un’era politica, quella della "bella" politica dura ma leale,cavalleresca.Quella dei grandi uomini come lui e Berlinguer, del quale volle a tutti i costi presenziare al funerale. Ma Giorgio Almirante era questo. Se ne infischiava delle convenzioni aveva il massimo rispetto per i suoi avversari e per le regole democratiche in generale. A lui si deve infatti la salvezza di molti giovani “duri e puri”, che al terrorismo rosso degli anni 70-80 intendevano contrapporre la stessa lotta violenta, e che invece impararono a non odiare e a difendere le proprie idee con la parola e non con le armi.Di quest'uomo straordinario e' stato detto tanto o troppo poco,di certo fu un punto di riferimento per la mia generazione:ci insegno' il coraggio,la lealta', l' appartenza.Diede un senso alla nostra esistenza e mai per un attimo ci siamo sentiti emarginati nella vita,nelle scuole,nelle universita'.Anche se non era certo facile " esistere politicamente" essere missini...Mi piace ricordarlo cosi':
“Non ho voglia di vivere a lungo. Quello che potevo fare di buono l’ho già fatto: ho seminato fede e speranza per tanti anni. Ho esortato al coraggio e alla pazienza un popolo che, se avesse avuto pazienza e coraggio, non sarebbe finito così male. Ho diffuso amore per idee buone e semplici. Di più non potrò mai fare. Ed è bene che uomini come me non raggiungano il successo. Degli uomini come me si deve poter dire: era fatto per i tempi duri e difficili, era fatto per seminare e non per raccogliere, era fatto per dare e non per prendere. Vorrei tanto che, quando non ci sarò più, si dicesse di me quello che Dante disse di Virgilio: facesti come colui che cammina di notte, e porta un lume dietro di sé, e con quel lume non aiuta se stesso. Egli cammina al buio, si apre la strada nel buio ma dietro di sé illumina gli altri”.Grazie Giorgio per quello che ci hai dato,che ci hai insegnato e che abbiamo cercato e cercheremo di trasmettere ai nostri figli.Ti abbiamo amato,ti ameremo.
UN VIDEO PER RICORDARLO

mercoledì 5 maggio 2010

GIORGIO ALMIRANTE :da Mussolini a Fini di Vincenzo La Russa...


Giorgio Almirante era un uomo politico che faceva battere il cuore. I suoi comizi erano affollati. La gente di destra, e non solo, si ritrovava nelle piazze italiane per ascoltare le sue parole appassionate di politica. Almirante sapeva di parlare ai suoi militanti che credevano davvero nelle idee di una destra che aveva una meta e soprattutto dei valori. Il segretario del Msi sapeva riscaldare i cuori del suo popolo.
Nelle sue parole c’era uno straordinario magnetismo emozionale. Una qualità che difficilmente altri uomini politici hanno messo in campo con la stessa naturalezza di Giorgio Almirante. Oggi tutto quello che Almirante aveva costruito non c’è più. La sua eredità è stata dilapidata da coloro che erano i suoi figli migliori, che hanno deciso di spegnere la Fiamma insieme a tutto quello che ha rappresentato per un’intera comunità.
Gianfranco Fini ha preso le distanze definitivamente dal suo maestro non inserendo il suo nome nel pantheon della cosiddetta destra (nuova?) che si è consegnata al partito del presidente del Consiglio.
Per fortuna che la vicenda umana e politica di Almirante sopravvive nonostante le svolte opportunistiche di Gianfranco Fini, che deve la sua carriera politica a quest’ uomo straordinario. Se Almirante non lo avesse designato come suo successore naturale, di Gianfranco Fini oggi non ci sarebbe stata traccia, e forse avremmo ancora una comunità e una destra giusta.
Basta leggere le pagine della biografia che Vincenzo La Russa ha dedicato allo storico segretario del Movimento Sociale Italiano(Giorgio Almirante. Da Mussolini a Fini. Mursia, pagine 247, 17 euro), per rendersi conto che questo libro sembra stato scritto per chi ha dimenticato troppo in fretta le proprie origini.
La Russa entra con partecipazione nella straordinaria vicenda politica dello storico leader missino . L’autore mescola ricordi privati, documenti pubblici, episodi politici, ma soprattutto esprime sui singoli avvenimenti opinioni politiche. Il racconto non è mai incolore. La Russa scrive per raggiungere delle conclusioni. Nel libro è scritto a chiare lettere quello che ha rappresentato Giorgio Almirante per moltissimi ragazzi di destra. Un punto di riferimento che, nonostante le difficoltà generazionali, ha tenuto insieme una comunità di uomini e donne che si riconoscevano nel valore dell’appartenenza.
Almirante, già dalla fondazione del partito, scelse la strada della democrazia. Vincenzo La Russa lo sottolinea nel suo libro quando scrive: “Sulla fedeltà alla democrazia parlamentare egli non transigeva ed è forse questo traghettamento dalla dittatura alla democrazia, non contestato da molti avversari, che lo consegnerà alla storia”.
È proprio così. Su questo concetto importante Almirante voleva costruire la sua destra. E lo scrive più volte nei suoi libri . Non si stanca di ripeterlo nei suoi discorsi parlamentari e negli incontri con i militanti nelle sezioni. Su quest’aspetto insiste La Russa nella sua biografia. Fin dalla nascita del Msi nel 1946, Almirante scelse di accettare la democrazia parlamentare. Questo era l’unico terreno su cui si doveva agire politicamente evitando le svolte opportunistiche e i rinnegamenti gratuiti.
In autobiografia di un fucilatore egli cosi scriverà: “Abbiamo scoperto che la libertà significa garanzia perché significa gerarchia, a condizione che la gerarchia venga legittimata e nobilitata dal consenso liberamente espresso. Abbiamo cioè costruito in noi stessi i presupposti morali e psicologici che erano indispensabili per poter guardare al passato senza complessi né colpevolisti né trionfalisti, al presente con umana comprensione e ferma decisione, all’avvenire con fiducia. È dunque indispensabile, ancor più impossibile che proprio noi ci lasciassimo invischiare in quella vicenduola per anziani rincitrulliti o per giovani mal cresciuti che continua a essere, in Italia, la polemica fascismo-antifascismo”. Almirante era convinto che del fascismo avrebbe parlato serenamente la Storia. Quindi bisognava andare per la propria strada e nessuno doveva rendersi disponibile per indecorosi rinnegamenti, perché sarebbero apparsi opportunistici.
Fini ha fatto finta di non capire che il suo maestro aveva già portato la destra postfascista nella democrazia. E sull’opportunismo e sul rinnegamento ha fondato la destra salottiera che, nel nome dell’antifascismo, si è allontanata per sempre dalla casa del padre.

BREVI NOTE
Vincenzo La Russa, Giorgio Almirante. Da Mussolini a Fini. Mursia, 2009. Pagine 247, 17 euro

(fonte Linea quotidiano)

GIORGIO ALMIRANTE, l'uomo che immagino' il futuro...

«Noi siamo caduti e ci siamo rialzati parecchie volte. E se l'avversario irride alle nostre cadute, noi confidiamo nella nostra capacità di risollevarci. In altri tempi ci risollevammo per noi stessi, da qualche tempo ci siamo risollevati per voi, giovani, per salutarvi in piedi nel momento del commiato, per trasmettervi la staffetta prima che ci cada di mano, come ad altri cadde nel momento in cui si accingeva a trasmetterla.»
Giorgio Almirante