mercoledì 21 maggio 2014

GIORGIO ALMIRANTE l' Uomo che sapeva parlare alla gente, 26° anniversario..

Giorgio Almirante a P.zza del Popolo
Roma era la piazza che amava e dove concludeva i tour elettorali.

Ora riscoprono le piazze.Da Renzi a Grillo riscoprono le piazze per "avere il contatto diretto con la gente".
Loro sono " piazzisti " ,Giorgio Almirante era l'Uomo della gente che sapeva parlare alla gente: era imprescindibile per lui avere un contatto diretto con il suo popolo.Nelle sue piazze,grandi o piccole non faceva differenza,tra la sua gente, dava il massimo e riceveva entusiasmo ed amore.Non si e' risparmiato certamente e fino all'ultimo.Forse anche per questo,per questa grande fatica,lo abbiamo perso cosi' presto.Ma questo voleva,questo era il suo modo di intendere la politica,quella con P maiuscola.Ancora Grazie Giorgio per tutto quello che ci hai dato.

22/05/1988 | 22/05/2014 



lunedì 19 maggio 2014

Dopo il il film di Veltroni su Enrico Belinguer anche quello su Giorgio Almirante..

 ( nella foto : Giorgio Almirante arriva in Parlamento da solo e
senza scorta alla guida della sua utilitaria )
Nel maggio 2018 saranno 30 anni dalla scomparsa del Padre della Destra Italiana,Giorgio Almirante.
Valter Veltroni per i 30 anni della morte di Enrico Belinguer,che ricorrono ques'anno, gli ha dedicato un libro ed un bellissimo film " Quando c'era Berliguer " per il popolo della sinistra e non solo.Ci sono quattro anni fino al 2018 ( ma se fosse prima non ci dispiacerebbe affatto..) per mettere insieme energie,idee,fondi e reperire materiale.Quindi c'e' tutto il tempo.
Ci saranno pure dei Veltroni anche a destra? oppure dovra' essere il Veltroni Valter ( quello di sinistra..) ad
incaricarsi della cosa?? Avra' anche il popolo della destra e non solo un " Quando c'era Almirante " ?

Giorgio Almirante rende omaggio ad Enrico Berliguer.Il ricordo di Gianfranco Fini..

Giorgio Almirante e Gianfranco Fini


" Erano certamente altri tempi e, quindi, erano anche altri uomini. Sicuramente non avrebbe senso rimpiangere quei tempi», ma «credo che abbia senso riservare grande ammirazione per quegli uomini » ha detto Fini. Fini ha ricordato un aneddoto legato ai funerali di Berlinguer, quando in fila tra la folla dei militanti comunisti, si inserì, da solo, per rendere omaggio alla salma dell'avversario, il segretario del Msi, Giorgio Almirante: «Fu riconosciuto - ha raccontato Fini - e furono avvertiti i dirigenti del partito. Scese Giancarlo Pajetta e gli disse: "Prego accomodati". Quando nel pomeriggio chiesi ad Almirante perché fosse andato da solo, mi rispose: "Da solo, perché non dovevo temere nulla, perché oltre il rogo non v'è ira nemica..." e poi mi confidò di essere rimasto colpito dal fatto che Berlinguer avesse voluto portare fino in fondo il suo comizio a Padova, fino all'estremo sacrificio».
«Per un'ironia del destino - ha concluso Fini - qualche tempo dopo anche Almirante in occasione del suo ultimo comizio a piazza del Popolo ebbe un malore. Sopravvisse, ma dopo pochi mesi morì. La salma venne esposta a via della Scrofa, nella sede del Msi di cui io ero divenuto segretario. Mi raggiunse una telefonata: "Sono Pajetta, devo mettermi in fila?". Io gli dissi: "No, vieni"...».

GIORGIO ALMIRANTE : un piccolo ricordo dell'Uomo e dello stile..

Il giorno delle nostre nozze, a metà del pranzo, già estenuati dai saluti, dalle pose per il fotografo che ci schiavizzava, dai vestiti che diventavano sempre più stretti, con sorrisi sempre più tirati e con ancora il primo ormai freddo nel piatto, arrivò trafelato  al nostro tavolo l’amico Ignazio, certamente uno dei responsabili del nostro incontro e quindi del misfatto appena consumato.
Si avvicinò a noi quasi circospetto, era stato invitato alla cerimonia, ma non aveva potuto parteciparvi perché quel giorno, sabato 12 maggio 1984, doveva fare gli onori di casa a Giorgio Almirante, segretario del MSI, in visita a Milano.
Lo accogliemmo con grande familiarità, ma Ignazio  tagliò presto corto con i convenevoli  e con il fare di chi quasi svela una congiura, ci disse : “ Qui fuori c’è Giorgio Almirante, me lo sono portato con me per farvi un saluto, chiede il permesso di poter entrare, cosa faccio, gli dico di sì?”
Dopo un attimo di stupore, all’unisono, entrambi acconsentimmo, senza nemmeno consultarci con uno sguardo, e fu già un buon primo segno che il matrimonio funzionava.
Ignazio ci sorrise e dopo qualche minuto entrò nella vasta sala del ristorante con Giorgio Almirante e Franco Servello, per anni storico responsabile della federazione di Milano.
Tutti gli invitati furono presi in contropiede dal materializzarsi di quell’uomo carismatico, da molti amato, da tanti contrastato ma mai veramente odiato.
Trascorse qualche secondo, poi partì un applauso convinto ma quasi pudico che si trasmise di tavolo in tavolo, mentre il nostro Segretario,  sorridendo a ogni sguardo che incontrava, raggiunse noi due , gli sposi.
Salutò e baciò la sposa e poi il sottoscritto, poi strinse la mano ad uno zio di mia moglie, reduce di El Alamein, che non riuscì a nascondere una forte commozione e si lasciò andare ad un pianto dapprima a  stento trattenuto.
Il tempo di qualche fotografia in posa,  poi Giorgio Almirante attraversò nuovamente la sala diretto all’uscita, salutando i numerosi invitati sempre con il suo sorriso da gentiluomo.
Perché ho raccontato tutto questo ? Per farmi bello con voi?
No, ovviamente no.
Perché in questo mondo, dove mediocri personaggi portano la propria scorta perfino all’Ikea o alla Coop, per sentirsi meno piccoli di quel che sono, dove comici del vaffa , lontani anni luce dallo humour sottile che distingue l’intelligenza della battuta  dalla vacuità dell’insulto, dove pasticcioni incapaci di seguire un ideale per più di un quarto d’ora campano di sole poltrone, ricordare Giorgio Almirante è un dovere morale.
Nel piccolo episodio  narrato si evidenzia tutta la classe dell’uomo, che con umiltà chiede il permesso perché sa che quel matrimonio è per prima cosa la festa di due ragazzi che si affacciano alla vita.
Un uomo che entra in punta di piedi,  senza arroganza, senza parole urlate, eppure trasmette a tutti, anche a chi magari ha altre opinioni, un fremito di ammirazione e rispetto.
Un uomo che non ha perso l’abitudine al sorriso, dopo anni di odio , di lutti, di insulti e calunnie.
Un uomo che non ebbe bisogno di alcuna scorta nemmeno il giorno che si recò al funerale di Enrico Berlinguer , fendendo ali di folla fino ad un minuto prima decisamente ostile.
Ieri un uomo, oggi un gigante.

, 
( fonte Destra.it )

GIORGIO ALMIRANTE : 27 Giugno 2014, celebrazioni nel centenario della nascita..

Nel centenario della nascita di Giorgio Almirante (Salsomaggiore, 27 giugno 1914) la Fondazione Alleanza Nazionale, unitamente alla Fondazione Giorgio Almirante si terranno celebrazioni in tutta Italia (inclusa una tappa anche a Strasburgo) dal 22 maggio a Milano ( giorno in cui ricorrono i 26 anni dalla morte del storico leader della destra italiana) al 12 dicembre a Roma, anniversario della nascita del Movimento Sociale Italiano.

GIORGIO ALMIRANTE su Treccani Enciclopedia


Giorgio Almirante e Pino Rauti
Uomo politico (Salsomaggiore 1914 - Roma 1988). Vicedirettore del Tevere, fu corrispondente di guerra in Africa nel 1940. Durante la Repubblica Sociale Italiana, ricoprì la carica di capo di gabinetto al ministero della Cultura Popolare. Tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano (1946), deputato dal 1948 in poi. Segretario del MSI nel 1947-50 e 1969-87; ha appoggiato nel 1972 la fusione con i monarchici, mutando la sigla del suo partito in quella di MSI - Destra Nazionale. Ha svolto un ruolo di mediazione fra le posizioni "legalitarie" e quelle dell'estrema destra oltranzista, riuscendo così a mantenere, a lungo, l'egemonia nel partito.

( fonte Treccani.it )