martedì 22 maggio 2018

Giorgio Almirante,trent'anni dopo quei tizzoni ardono ancora

Salvo Sottile                                                               22 Maggio 2018
Giorgio Almirante fu un funzionario e poc’altro, nel drammatico frangente in cui i vertici dell’Italia fascista, raccolti nella Rsi, vennero sistematicamente decapitati ed esposti al volgare dileggio popolare. Un conflitto impari e, forse, improvvido aveva prodotto la mattanza della guerra civile, consigliando a quel giovane capo di gabinetto del Minculpop di restare in clandestinità e vendere saponette per sopravvivere. Una quarta fila, niente di più. Troppo giovane per sentire l’obbligo morale di consegnarsi alle bande partigiane e farsi ammazzare come, tra gli altri, fece il suo capo Ferdinando Mezzasoma (“sono un ministro di Mussolini, vado a morire con Mussolini“). Ma l’obbligo di testimoniare e di mantenere ardenti le braci di una Storia che in tanti avrebbero voluto cancellare, si.
Quell’obbligo Almirante lo sentì tutt’intero. Anche in forza di una consapevolezza che non l’avrebbe abbandonato mai. La coscienza, cioè, delle qualità di coloro che aveva avuto dinnanzi, quella fucina di inarrivabili forgiatori di anime coi quali era cresciuto e s’era persino confrontato. Lui lo sapeva e da quella lezione di vita ne fece discendere l’azione politica. Ecco, a trent’anni dalla scomparsa, è giusto rilevare questi dati di realtà e provare a tracciare un percorso non scontato della parabola del primo leader della Destra italiana post-fascista. L’ancoraggio culturale alle radici e la propensione a immaginare un futuro persino diverso da esse: questo è stato Giorgio Almirante. Che quindi un profilo non convenzionale e nient’affatto supino l’avrebbe apprezzato. Perchè quanto a esaltazione dell’ovvio, a glorificazione postuma e a tentativi di piegarne l’opera e la modernità della lezione al contingente, se n’è già letto e se ne leggerà. A cominciare dall’autoctono leccaculismo di ritorno, quello di chi muta scritto e giudizio in forza del cambio di casacca, di testata e di padrone.
Una quarta fila, si sarebbe detto di Almirante. Che però, nell’almanacco di questa Repubblica parlamentare, meritò il suo spazio in forza di una innata signorilità, di una superiore capacità dialettica e di alcune parole d’ordine che si saldarono all’immaginario popolare. E se non può dirsi riuscita la campagna per la “pena di morte” ai terroristi e strategicamente sbagliata la propaganda per il “no al divorzio“, fu entusiasmante il richiamo alla “nostalgia dell’avvenire“, ossimoro per una gioventù capace di sognare e di sentirsi comunità in un’epoca in cui la ubriacatura social era lungi da venire. Così come lo fu la visione di una “nuova repubblica” tratteggiata per rispondere alla crisi della rappresentanza che già si manifestava. Con l’anagrafe patrimoniale per gli eletti e il solitario ostruzionismo alla nascita delle burocrazie delle Regioni e ad ogni spreco di risorse: tizzoni che Almirante, assai prima di ogni altro, innescò. Tizzoni che scaldarono la stagione dell'”alternativa al sistema“. Tizzoni tutt’ora ardenti.
( da Il Secolo d' Italia )

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lunedì 21 maggio 2018

Giorgio Almirante,XXX anniversario dalla scomparsa di un leader irripetibile

Il 22 maggio dello scorso anno titolammo il post " Giorgio Almirante,XXIX anniversario dalla scomparsa di un leader irripetibile ". A distanza di un anno riaffermiamo in maniera ancora piu' ferma,se possibile,che quel maledetto 22 maggio 1988 scompariva un leader veramente irripetibile e si consegnava alla storia un uomo,un simbolo.
Un uomo eccezionale,vero,pulito,coraggioso.In questi 30 anni si e' mostrata la inequivocabile e siderale distanza tra lui e gli omuncoli indecenti che ritengono ancora di rappresentarci.
Dicevamo ancora due anni fa : " Ventotto anni dopo la scomparsa del Capo Storico del Msi - Dn, la Destra, seppur nella importante stagione post missina di Alleanza Nazionale, guidata dal delfino designato da Almirante,Gianfranco Fini,e' in pezzi. Neanche nella peggiore delle ipotesi era prevedibile che, in un periodo cosi' lungo dalla scomparsa del suo leader storico,il tempo non avrebbe prodotto altro riferimento possibile e,sopratutto duraturo, tanto da consegnare alla memoria storica la straordinaria opera di Almirante.Nello smarrimento generale di una comunita' che sembra non credere piu' in un altra Destra possibile oltre il Msi e An, ritorna ora ancora piu' prepotente la figura di Giorgio Almirante. Navigando in rete e sui social ci si imbatte ormai con moltissima frequenza nelle immagini,nei video, nei commenti,quasi sempre nei rimpianti, per il Politico,l'Uomo,tanto da non dare l'idea che siano trascorsi 28 anni.Che sono invece trascorsi.
Sarebbe bello poter scrivere nel suo trentennale  " Giorgio,la Destra smarrita si e' ora ritrovata. "

22 Maggio 2018
Non dobbiamo aggiungere altro.
Giorgio Almirante e' nei nostri cuori ogni giorno.