lunedì 7 marzo 2011

GLI EX AN DEL PDL ritornano " missini " e riscoprono Giorgio Almirante...

C'è Donna Assunta in prima fila. In platea, lo stato maggiore del Pdl lombardo. E non solo. Sul palco tricolore, il coordinatore nazionale Ignazio La Russa e il sottosegretario Alfredo Mantica. Tutti al teatro San Babila per rendere omaggio a Giorgio Almirante, scomparso il 22 maggio 1988. Tre generazioni di destra fianco a fianco per ricordare lo storico leader del Movimento sociale italiano. I veterani rivendicano: «Non abbiamo sconfessato i suoi ideali».
Ogni riferimento a chi invece lo avrebbe fatto è puramente voluto. È lui, Gianfranco Fini, il convitato di pietra. Una parte dei cinquecento militanti presenti (molti altri sono rimasti fuori per motivi di ordine pubblico) lo accusa senza mezzi termini di essere un «infame»: i vecchi missini, confluiti prima in Alleanza nazionale e poi nel Popolo della libertà, faticano a dimenticare le scelte del «delfino», che avrebbe «tradito» la missione affidatagli dal capo in persona poco prima di morire. «Delfino», una parola che riecheggia in teatro più di una volta. Sul maxischermo scorrono i fotogrammi del documentario dedicato ad Almirante: le accuse di «fucilatore» negli anni del fascismo (epiteto che il politico riprese ironicamente nella sua autobiografia), le scissioni, i valori fondanti. E l’estate del 1987, quando il capo storico dell’Msi incoronò Fini come suo successore: «A Capo Taormina - ricorda La Russa - insieme al segretario, mio padre, Pinuccio Tatarella e donna Assunta, fu dato il via libera alla sua candidatura». Il coordinatore lombardo del Pdl, Mario Mantovani, lo bolla come «l’unico errore di un grande uomo».
Lo correggono il vicesindaco Riccardo De Corato («La responsabilità è più di alcuni di noi») e lo stesso ministro della Difesa: «Non ha sbagliato a scegliere Fini, era una strada giusta per il futuro. È stato Fini, dopo, ad aver sbagliato». Donna Assunta evita l’argomento: «Perché volete rovinarmi la giornata? - sorride - Oggi Milano mi regala il ricordo di Giorgio: i valori della Destra sono qui». Valori dai quali trae ispirazione il governo Berlusconi, giura Massimo Corsaro: «La riforma della scuola basata sul merito e l’azione di responsabilità nella pubblica amministrazione - si infervora il vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera -. Il federalismo fiscale, la rinnovata credibilità delle Forze Armate e la difesa della vita dalla nascita alla morte».
Quindi, il lungo filmato, pieno di aneddoti inediti su Almirante (la voce è dell’attore Giorgio Albertazzi): il foulard sugli occhi per dormire in terza classe e il cappotto di Fanfani indossato per sbaglio dopo una giornata in Parlamento. L’infaticabile politico Almirante, rispettato anche dagli avversari per il rigore morale e la rara abilità oratoria. E ancora, la campagna per lo scioglimento dell’Msi, i sequestri nelle sedi del partito, l’inchiesta della magistratura. Secolo tutt’altro che breve, il Novecento, per l’indiscusso animatore della Destra italiana. Ad applaudire, anche i volti nuovi del Pdl milanese: da Antonluca Romano, numero uno della Giovane Italia, a Benedetta Borsani; in prima fila, anche i più navigati Carlo Fidanza, Marco Osnato e Viviana Beccalossi. Del resto, le elezioni amministrative sono dietro l’angolo. E fatalmente tornano Fli e il Terzo Polo al centro del dibattito. Lo chiude La Russa il cerchio: «Perderemo cinque voti al massimo». O, per citare la battuta del suo mentore dopo la scissione di Democrazia nazionale, «diventeranno un prefisso telefonico: 02, 03, 04...».
Milano, 6 marzo 2011
(fonte Il Giorno)